mercoledì 6 ottobre 2010

La nostra piccola missione

La parola cover, anche se è comoda, non mi è mai piaciuta, dico la verità. Mi sa di tribute band rockettara.
Ecco, noi non vogliamo fare cover di cantautori, noi vogliamo rendere omaggio ai cantautori. …Ma nemmeno. Vogliamo rendere omaggio all’importanza che i cantautori hanno rivestito nel panorama della musica pop italiana. Anzi di più, che se dico pop qui mi sputano in faccia…vogliamo rendere omaggio all’importanza che i cantautori hanno rivestito nella società italiana del secondo Novecento. 
Minchia. 
Beh, forse è troppo… diciamo che vogliamo rendere omaggio all’importanza che i cantautori hanno rivestito nella formazione del nostro immaginario, del nostro mondo interiore. Sì, va meglio.
Parlando con Il Segre, quello con gli occhiali che suona il basso, si diceva che i cantautori sono stati per noi fondamentali: ci hanno consolato nei momenti difficili, ci hanno fornito punti di riferimento per le nostre scelte, spunti per riflessioni e conversazioni, hanno risolto o hanno instillato dubbi esistenziali, hanno seminato qualche lumino in mezzo al buio delle nostre povere convinzioni ideologiche. Come filosofi da osteria, come poeti da hit parade... 
Come vecchi amici.
Insomma, diciamola tutta: vogliamo rendere omaggio al nostro bisogno di cantautori, noi, che da questi acrobati della canzone siamo stati allevati. Ma soprattutto vogliamo divertirci, e vogliamo anche un po’ prenderli in giro questi personaggi con la barba e il pintone, seriosi e grotteschi, colti e impegnati, a volte un po’ snob, moralmente vicini ai poveri e fisicamente ai ricchi, seguiti da un pubblico che più gli somiglia e meno lo sopportano.
Ecco, noi vorremmo cantare i cantautori senza comportarci da cantautori. Sì lo so, non c’è pericolo, non ne abbiamo la profondità, e nemmeno le possibilità. Ma qualche trucchetto acustico con cui ammaliarvi lo conosciamo, e lo mettiamo al servizio della nostra piccola missione. Che, sia ben chiaro, è roba di poco conto. 
Ma ragazzi, che canzonette…